Ipogeo dei Volumni e Necropoli del Palazzone

Via Assisana, 53 – 06126 Ponte S. Giovanni (PG)
Tel. Antiquarium: +39 075 393329
Tel. Magazzino: +39 075 397969
Mail: drm-umb.ipogeovolumni@cultura.gov.it
Direttore: Maria Angela Turchetti
Informiamo i gentili visitatori che dal giorno 9 giugno 2025, il sito archeologico dell’Ipogeo dei Volumni e Necropoli del Palazzone sarà chiuso al pubblico, salvo eccezionali attività, per lavori di riqualificazione e per il miglioramento di accoglienza e accessibilità.
La riapertura è prevista ad aprile 2026. Informeremo prontamente di ogni ulteriore iniziativa ed attività.
We inform our valued visitors that starting from June 9, 2025, the archaeological site of the Hypogeum of the Volumni and the Palazzone Necropolis will be closed to the public—except for exceptional activities—due to redevelopment works and improvements in hospitality and accessibility. Reopening is scheduled for April 2026. We will promptly inform you of any further initiatives and activities.
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Si comunica che questo Istituto s’impegna per offrire al pubblico un orario di visita quanto più esteso possibile, nel rispetto dei criteri per l’apertura al pubblico, la vigilanza e la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura statali previsti dal D.M. del 30 giugno 2016, in attesa che vengano espletate le previste procedure concorsuali finalizzate al superamento delle attuali carenze organiche e al conseguente incremento del personale in servizio.
Biglietto intero € 3,00, ridotto € 2,00, gratuito per i cittadini U.E. sotto i 18 anni, fatte salve le agevolazioni previste dal regolamento di ingresso ai luoghi della cultura italiani, consultabili nel sito web del MiC.
Si informano i gentili visitatori che, a causa dell’uso esclusivo di biglietterie automatiche, non è possibile effettuare pagamenti in contanti. Si accettano solo carte di credito, debito e pagamenti digitali.
Carta della qualità dei servizi
Statuto del Museo
Modulo reclami
Accessibilità
L’Ipogeo dei Volumni, scavato in profondità nel terreno e al quale si accede da una ripida scalinata, ripropone la struttura architettonica di una casa romana. Il nome della famiglia Velimna (Volumni in latino) è desumibile dalle iscrizioni poste sulle urne cinerarie e da quella sullo stipite della porta di accesso, che ricorda i fratelli Velimna, fondatori della tomba. Articolata in più ambienti, con il soffitto di quello centrale che imita un tetto in legname a due spioventi e altri a cassettoni con teste di Medusa scolpite, la tomba custodisce magnifiche urne cinerarie con teste di Medusa; quella di Arunte, notevolissima, consiste in un letto adorno di drappi, sul quale riposa il defunto nella tipica posizione recumbente. Ai lati del basamento, due demoni alati, dall’aspetto giovanile, vigilano la porta di accesso all’Ade raffigurata in pittura. La datazione del sepolcro è situabile nella seconda metà del II sec. a.C. La porta è formata da architrave, stipiti e lastrone di chiusura in travertino. Sullo stipite destro corre su tre righe l’iscrizione verticale in etrusco, relativa alla costruzione della tomba. Oltre la porta, su un atrio rettangolare con il soffitto imitante il tetto ligneo a doppio spiovente, con columen centrale e travi ortogonali, si aprono due stanze, cubicola, per ogni lato, in fondo il tablinum, e due alae terminanti in due ambienti, con soffitti ornati da lacunari geometrici con protomi gorgoniche, e umane. Decorati i timpani con scene riferibili all’oltretomba. Il tablinum è occupato da sette urne cinerarie iscritte, sei etrusche, di ottima fattura, in travertino stuccato, una romana in marmo. La più notevole è quella addossata sulla parete di fondo di Arnth Velimnas Aules, rappresentato semisdraiato sulla kline, al centro della quale è dipinta la porta dell’Ade, fiancheggiata da due Lase. A destra sono quattro urne in travertino con defunto semigiacente e testa di Medusa nel prospetto. Appartengono agli altri componenti della famiglia, il nonno, il padre ed i fratelli; a sinistra è la figlia Veilia, raffigurata a banchetto, seduta. L’urna in marmo appartenente all’ultimo personaggio sepolto nella tomba, rappresenta un edificio romano, ornato con festoni a rilievo, databile al I sec. d.C.; reca inciso il nome sia in etrusco che in latino. Assai discussa la datazione della tomba, posta alla seconda metà del II sec. a.C., ma che, anche a seguito del rinvenimento del sepolcro dei Cai-Cutu a Monteluce si cerca di rialzare al III sec. a.C. Nel vestibolo moderno, sono raccolte numerose urne cinerarie della circostante necropoli del Palazzone di età ellenistica.
La necropoli, scavata nell’Ottocento e, successivamente, dal 1963 in poi, è costituita da quasi duecento tombe. I sepolcri, scavati nel terreno naturale, sono a camera, preceduti da un piccolo dromos, e si inquadrano per lo più all’età ellenistica, ma in parte sono riferibili anche ad età arcaica e perciò di eccezionale interesse per la storia della città di Perugia nell’antichità.
La necropoli, inserita nel parco archeologico, è aperta al pubblico e visitabile seguendo percorsi accompagnati da pannelli didattici. Sempre nell’ambito della necropoli è l’antiquarium, di recente allestimento, con esposizioni tematiche incentrate su aspetti della vita quotidiana.
Ultimo aggiornamento
12 Giugno 2025, 15:53