Rocca Albornoz – Museo nazionale del Ducato di Spoleto

Rocca Albornoz – Museo nazionale del Ducato di Spoleto

Piazza Campello, 1 – 06049 Spoleto (PG)
Tel. +39 0743 223055
Tel. Biglietteria Rocca (per visite guidate e prenotazioni): +39 0743224952
Email: drm-umb.muducatospoleto@cultura.gov.it

Direttrice: Paola Mercurelli Salari

Orario:
Dal lunedì alla domenica, festivi compresi: dalle 9:30 alle 18:30 (ultimo ingresso 17.45)

Dal 31 marzo
Dal lunedì alla domenica, festivi compresi: dalle 9:30 alle 19:20 (ultimo ingresso 18.45)

Apertura festiva di Pasqua e lunedì 1 Aprile dalle 9:30 alle 19:20.

Si comunica che questo Istituto s’impegna per offrire al pubblico un orario di visita quanto più esteso possibile, nel rispetto dei criteri per l’apertura al pubblico, la vigilanza e la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura statali previsti dal D.M. del 30 giugno 2016, in attesa che vengano espletate le previste procedure concorsuali finalizzate al superamento delle attuali carenze organiche e al conseguente incremento del personale in servizio.

Biglietto intero € 7,50 (oltre 25 anni); ridotto € 2,00 (tra 18 e 25 anni); gratuito per i cittadini U.E. sotto i 18 anni, fatte salve le agevolazioni previste dal regolamento di ingresso ai luoghi della cultura italiani, consultabili nel sito web del MiC.

Servizi al pubblico:
bookshop, guardaroba, visite guidate, servizi didattici

Carta dei musei della città di Spoleto:
www.spoletocard.it
Per approfondimenti: www.monumentiumbria.beniculturali.it
Carta della qualità dei servizi
Statuto del Museo
Modulo reclami
Accessibilità

Rocca Albornoziana

La Rocca si erge sul Colle di Sant’Elia, già abitato in epoca protostorica e incluso nella cinta urbica romana. Verso oriente il colle si affaccia sul Monteluco, al quale è congiunto dal monumentale Ponte-Acquedotto delle Torri, di origine romana ma riedificato nel tardo medioevo. Il versante occidentale, che sovrasta la città e domina l’intera Valle Spoletana rivela con piena evidenza la funzione della Rocca come formidabile presidio del territorio.
La sua costruzione ebbe inizio nella seconda metà del Trecento per volere del Cardinale spagnolo Egidio Albornoz. Furono innalzate le sei torri quadrangolari che, unite da alte mura difensive, formano gli attuali prospetti esterni del complesso monumentale.
Al centro del prospetto orientale è la Torre Maestra, più alta ed imponente delle altre, a sinistra si trova la Torre della Balestra e a destra la Torre Nuova. Nel lato occidentale al centro troviamo la Torretta o Torre del Tinello, a sinistra la Torre dell’Acqua e a destra la Torre del Forno.
L’interno è caratterizzato da due ampi cortili quadrangolari comunicanti fra loro: il cortile meridionale, a cui si accedeva dalla porta principale della Rocca, posta nel lato ovest alla base della Torre Maestra, è chiamato delle Armi, perché qui risiedevano gli uomini armati posti a difesa del castello. A nord il cortile è chiuso dalla facciata del palazzo dei governatori, con al centro l’accesso che immette nel Cortile d’Onore. Su tre lati del cortile si sviluppano i tre distinti corpi di fabbrica distribuiti su due piani, destinati alla residenza del governatore e dei suoi funzionari. Le stanze al piano terra erano adibite a laboratori, cucine, sale da pranzo, uffici per i funzionari, mentre le stanze del secondo piano erano destinate a residenza dei governatori e dei Papi.
Il porticato che delimita il Cortile d’Onore si sviluppa su due livelli ed è lo spazio più rappresentativo della Rocca, l’elemento che testimonia il suo passaggio da struttura prevalentemente difensiva a palazzo residenziale. Esso fu ultimato intorno alla metà del XV secolo all’epoca di papa Niccolò V.
La Rocca conserva molte testimonianze pittoriche; tra queste, per importanza e rarità si segnala il ciclo di affreschi della prima metà del Quattrocento che decora l’appartamento privato del castellano, la Camera pinta. Sulle sue pareti si svolgono scene d’amor cortese, tra i diletti della pesca, della caccia, della raccolta dei frutti, dei bagni, dei giochi, e si raccontano storie di cavalieri sullo sfondo di castelli e città cinte di mura, cavalcate di armati, festini, duelli, tornei. Un mondo fantastico ed elegante che rappresenta la duplice anima dell’imponete fortilizio: luogo di difesa e di manifestazioni di raffinata cultura.
Molti furono i papi che vi soggiornarono per qualche tempo, conferendo sempre più alla Rocca le caratteristiche di una funzionale residenza.
Nel Settecento la residenza dei governatori dovette adattarsi alla compresenza delle carceri fino a quando, con il trasferimento del Palazzo Apostolico in città (1764), la Rocca venne ridotta ad alloggio per le truppe. Il governo pontificio, nel 1817, ne fece la sede di un bagno penale che ospitò fino ad oltre 500 detenuti e, per le necessità connesse con l’uso carcerario, vi fece costruire nuovi fabbricati (cappella, laboratori, infermeria, residenze del direttore e delle guardie, uffici). Espugnata dalle truppe piemontesi del generale Brignone nel 1860, la Rocca vide confermato dal governo italiano il suo uso carcerario che ebbe termine solo nel 1982, quando è stata trasferita alla proprietà e alla responsabilità del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Il Museo nazionale del Ducato

La Rocca Albornoz fu edificata per volere del cardinale spagnolo Egidio Albornoz, a partire dal 1360: fu sede di legati pontifici e papi. Nel 1499, per un breve periodo, vi dimorò anche Lucrezia Borgia, in qualità di governatrice.
Oggi, grazie al progressivo recupero degli ambienti e dei dipinti murali che ancora ne ornano le pareti, il complesso ha finalmente ritrovato il suo fascino primitivo dopo essere stato per lungo tempo utilizzato come carcere.
Al suo interno è ospitato il Museo nazionale, nel quale sono raccolte le testimonianze del territorio spoletino dal IV al XV secolo. Inaugurato nel 2007, è nato grazie a un progetto di raccolta di opere d’arte e materiali, già in gran parte conservate presso il Museo civico e Pinacoteca. Articolato in due spazi attorno al cortile d’Onore, uno al pianterreno e l’altro al primo piano, si suddivide in quindici sale. Pensato come strumento per la conoscenza della città e del territorio, il museo intende far percepire al visitatore sia la complessità delle vicende storiche che lo hanno interessato sia la sua vivacità culturale anche dopo la caduta del Ducato.
Il percorso inizia dal IV secolo illustrando le prime comunità cristiane con materiali provenienti dalle aree funerarie e dagli edifici di culto limitrofi.
Si prosegue con opere che vanno dal VI al IX secolo, testimoni dell’evoluzione artistica territoriale, e si conclude con sculture e pitture dal XII al XV secolo che ben documentano la straordinaria fioritura artistica della città e del territorio, come il Trittico di Santa Maria delle Grazie di Niccolò di Liberatore.

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Ultimo aggiornamento

21 Marzo 2024, 15:38