Una pala di Girolamo Nardini nella collezione Ranghiasci di Gubbio

  Giovedì 13 novembre 2025 alle ore 16, 00, nel Complesso di San Benedetto (Via Tifernate 11, Gubbio), nella sede della Scuola di specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università degli Studi di Perugia, avrà luogo l’evento: Una pala di Girolamo Nardini nella collezione Ranghiasci.

Data:
10 Novembre 2025

Una pala di Girolamo Nardini nella collezione Ranghiasci di Gubbio

 

Giovedì 13 novembre 2025 alle ore 16, 00, nel Complesso di San Benedetto (Via Tifernate 11, Gubbio), nella sede della Scuola di specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università degli Studi di Perugia, avrà luogo l’evento: Una pala di Girolamo Nardini nella collezione Ranghiasci. Dopo i saluti istituzionali di Paola Salciarini, Assessore alla Cultura del Comune di Gubbio, di Cristina Galassi, dell’Università per Stranieri di Perugia, di Paola Mercurelli Salari, Direttore del Palazzo Ducale di Gubbio e di Marco Cancellotti, Presidente del Maggio Eugubino, Bonita Cleri, Matteo Bacchiocca, Fabrizio Cece, Claudio Giardini illustreranno la storia della pala, il suo restauro, gli stemmi e il vaso di fiori presenti nell’affascinante dipinto. Francesca Mambelli interverrà invece sulla collezione Ranghiasci con una relazione intitolata, Tra passione civica e interesse privato. La collezione Ranghiasci.

L’iniziativa, promossa dalle istituzioni coinvolte e dal Comitato Francesco a Gubbio, vuole  essere un approfondimento su un dipinto di cui per molto tempo si sono perse le tracce.

 

La tavola, raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Bernardino da Siena a Antonio da Padova, firmata da Girolamo Nardini e datata 1510, proviene dalla chiesa di san Francesco a Gubbio, come si apprende da un testo manoscritto redatto tra il 1810 e il 1813 da padre Bonaventura Bartolomasi.                                                                                                                                                 L’opera era nota attraverso una riproduzione fotografica pubblicata da Arduino Colasanti, mentre una fotografia proveniente dal fondo di Umberto Gnoli è conservata nella Fototeca della Fondazione Zeri a Bologna.

Attualmente non si conosce l’anno nel quale l’opera eugubina fu incamerata dalla raccolta Ranghiasci, certamente dopo il 1813, il che suggerisce che artefice dell’acquisto sia stato Giacomo Ranghiasci poiché il fratello Sebastiano aveva avuto rovesci finanziari risolti con vendite di dipinti nel 1807.

Fu il fratello a incaricarsi di vendere parte delle opere d’arte della sua raccolta romana e probabilmente Sebastiano non si dedicò più agli acquisti. L’opera giunse in eredità a Francesco Ranghiasci, alla cui morte fu stilato l’inventario completo dei beni tra il 17 settembre 1877 e il 31 gennaio 1878. Ad effettuare la stima furono chiamati Luigi Carattoli e Luigi Bonfatti, il primo incaricato di inventariare i dipinti e gli oggetti d’arte presenti nelle camere del palazzo. L’opera, che compare nel catalogo d’asta della raccolta nel 1882, riemerse sul mercato parigino nel 1936 e quindi nel 1959. Da allora se ne erano perdute le tracce fino ad essere acquistata pochi anni fa da un privato.

L’interessante giornata cerca di ricontestualizzare, per la prima volta, un’opera di provenienza eugubina finita poi nella più nota collezione della città e quindi dispersa. Segno anche, che non è improbabile che accanto alle dispersioni, alle perdite così dolorose per la storia del patrimonio storico artistico, talora non possano esistere anche dei recuperi, dei ritorni, delle riscoperte.

 

Ultimo aggiornamento

10 Novembre 2025, 09:09